Il terremoto, come altre calamità naturali (alluvioni, incendi boschivi, tornado,..) o dovute all'azione dell'uomo (guerre, incendi chimici, ..), è un evento fortemente traumatizzante.
Chi ne ha subito il dramma prova forti emozioni (paura, panico, disorientamento, disperazione, etc.). Queste reazioni, nella prima fase d'emergenza, sono da considerarsi normali. E' infatti l'evento ad essere non normale, in quanto essendo imprevedibile irrompe nella quotidianità della vita.
Normalmente quando subiamo uno stressor (evento stressante), il nostro corpo e la nostra mente stanno in uno stato d'allerta necessario a superare l'ostacolo. In questo stato di tensione il nostro corpo produce adrenalina, una sostanza che ci aiuta a fronteggiare l'evento stressante. Per questo l'attivazione di uno stato d'allerta, a seguito di una scossa di terremoto, è una risposta normale del nostro organismo e della nostra psiche. Se però l'evento continua ad esserci per un tempo troppo lungo potremmo non riuscire a chiudere il "ciclo" dello stress ed in questo caso rischiare di sviluppare alcune patologie psichiche (es. disturbo post traumatico da stress) e/o anche fisiche (es. insonnia).
L'essere umano è in grado, anche di fronte a situazioni fortemente traumatiche, di mettere in atto alcune strategie utili a ridurre l'impatto allo stress. Qui di seguito, è possibile leggerne alcune:
1. Ricordare che lo stressor ha un inizio ed una fine, anche se in alcune situazioni non siamo in grado di conoscere il suo termine.
2. Attivare le nostre risorse interne (es. qualità personali) ed esterne (strategie di comportamento e riconoscimento della rete sociale), ovvero essere resilienti.
3. Esercitarci a spostare la nostra attenzione su altro.
4. Svolgere esercizi corporei associati alla respirazione diaframmatica che permettono di allentare la muscolatura, abbassare la pressione cardiaca, etc. portando il corpo ad uno stato di rilassamento e di benessere (respirazione funzionale, biofeedback, training autogeno, yoga, etc.).
5. Farsi aiutare da personale esperto. Quando avvengono fenomeni traumatici come il terremoto, il piano di protezione civile prevede la presenza degli psicologi a servizio dei cittadini colpiti. Lo psicologo a svolgere questa delicata fase d'aiuto è esperto in emergenza, non svolge attività di psicoterapia anche se può essere anche psicoterapeuta, ma ascolta e supporta le persone nella rielaborazione del vissuto traumatico attraverso specifiche tecniche individuali (consulenza d'ascolto) o di gruppo (defusing e debriefing).
Di fronte ad un evento stressante come il terremoto le prime emozioni di base, generalmente avvertite dai terremotati, sono lo stupore e la paura. Lo stupore è determinato dal fatto che la persona non riesce ancora ad elaborare un pensiero rispetto all'evento, avendolo colto quest'ultimo all'improvviso.
La paura è un'emozione legata all'istinto di sopravvivenza, in quanto permette di mettersi al riparo da situazioni pericolose, di evitarle oppure di tirar fuori la forza necessaria per reagire, diventare "leoni" ed attaccare per difendersi. Avere paura pertanto non significa non avere coraggio, ma rendersi conto del pericolo e, attraverso la presa di consapevolezza, affrontare l' evento. Scrive Tagore "La cosa più importante che l'uomo possa imparare in vita, non è che nel mondo non esiste la paura, ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio". Ma se l'individuo non considera questa emozione come un campanello d'allarme e si lascia gestire da essa, la paura lo paralizza, lo blocca, o al contrario se non la percepisce rischia di mettersi in condizione di pericolo.
Alcune persone continuano a stare nella paura anche quando l'evento scatenante è terminato. La loro mente anticipa l'evento e la paura diventa ansia, ansia di qualcosa che non c'è ancora. Così si creano strani circuiti come la paura della paura.
Per le ragioni sopra elencate, se qualcuno subisce un evento traumatico come quello del terremoto, non deve valutare le proprie reazioni emotive come errate o "da matto", ma come reazioni normali ad un evento che non è normale. Ad ogni modo qualora compaiano a seguito dell'evento dei sintomi disturbanti (ricordi o immagini intrusivi, disturbi del sonno, attacchi di panico, etc.) è importante svolgere un colloquio con uno psicologo esperto in emergenza per rielaborare al più presto il vissuto traumatico. Se i sintomi permangono per più di un mese, è necessario sottoporsi ad una psicoterapia. In tal caso si consiglia un terapeuta esperto in EMDR in quanto tecnica elettiva nella rielaborazione dei traumi.
BAMBINI e TERREMOTO - ALCUNE INDICAZIONI PER I GENITORI:
- Anche se siete sconvolti dall'evento, trovate il tempo necessario e l'adeguata tranquillità per ascoltare e parlare con i vostri figli
- Spiegate con esempi concreti e parole semplici cosa sta accadendo e tranquillizzateli
- Ricordate che le emozioni espresse in modo intenso dai bambini in questa prima fase sono normali, è l'evento ad essere NON normale
- Cogliete le espressioni fisiche con cui i bambini manifestano il malessere: mal di pancia, mal di testa, disturbi del sonno, ...
- Permettete loro di distrarsi giocando, evitandogli di essere sottoposti a troppe informazioni dei media
- Fateli disegnare così che possano essere aiutati a rielaborare le emozioni
- Siate il punto di riferimento sicuro dei vostri figli e ditegli che ci sono altre figure a cui fare riferimento: vigili del fuoco, personale medico, volontari di protezione civile, etc.
- Se necessario chiedete aiuto a uno psicologo.
INDICAZIONI PSICOLOGICHE UTILI per ADULTI TERREMOTATI:
- E' normale avere nella prima fase di questa emergenza reazioni di panico, ansia, paura, ... Le vostre reazioni emotive sono "normali", è l'evento che non è normale.
- Cercate di stare in compagnia, non vi chiudete nel silenzio. La relazione sociale è un potente protettore dello stress.
- Tenetevi occupati facendo qualcosa.
- Non bevete alcolici, perché amplificano le emozioni negative.
- Non abbiate timore di chiedere aiuto ad uno psicologo.
Qui di seguito alcune foto che testimoniano l'intervento dello psicologo in emergenza.
Ricordando l'esperienza presso la tendopoli di Arischia, terremoto del 2009. Al centro la dott.ssa Maria Giulia Mercuri referente psicologa d'emergenza del campo, con due colleghi psicologi. |
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